Direttamente dalla mitica pro-loco di Castelveccana, sotto al tendone che ormai si è evoluto in uno splendido tetto in legno e pietra, ecco un momento clou di ieri pomeriggio: una scacchiera a dimensione quasi-naturale dove poter provare l’ebbrezza di una partita a 360 gradi. Non so cosa si possa definire con una “partita a 360 gradi”, ma in realtà non so nemmeno cosa si intende per “scacchiera a dimensione naturale”: la Torre e il Cavallo sono comunque alti uguali, rapporto che rimarrà ab aeterno innaturale a meno che la genetica non ci venga in aiuto. Forse ai tempi di Troia le cose andavano meglio…
Programma del dopo-cena, serata danzante: un fanatico di Adriano Celentano ci ha riproposto in ogni salsa e con imitazioni (tutto sommato not bad) l’intero repertorio del cantante milanese.
Ora tocca ai giochi matematici, il Penta mi aspetta: cinque quesiti. Molto difficili. Nessuna regola. È possibile utilizzare calcolatrici, amici più bravi, computer, laboratori di ricerca in tutto il mondo, e così via. L’anno scorso la mia Mela mi ha portato alla vittoria schiacciante sugli avversari: ci riuscirà anche quet’anno?