Harry Potter non è morto. Su internet girano immagini (vedere qui sopra) per annunciare in anteprima e inconfutabilmente quella che poteva essere la più grande catastrofe del secolo, anzi del millennio (ed è iniziato solo da sette anni)! Fortunatamente un attento dipendente della nota casa editrice inglese Bloomsbury ha annunciato, addirittura in anticipo, la salvificante notizia. Amen.
Una cosa simile era capitata qualche giorno fa a un povero ragazzo che era riuscito a trovare su internet le prime quattro puntate della nuova serie di 24, telefilm che consiglio a tutti, qualche settimana prima della messa in onda. La Fox sostiene che questa bischerata le sia costata 4 milioni di dollari. A parte che non riesco nemmeno a immaginarmi tutti quei soldi in una volta sola, ma mi sembra che stiamo rasentando il ridicolo. Sicuramente il malcapitato ha sbagliato (e altrettanto sicuramente ne era consapevole), ma pare eccessivo stimare una perdita economica così ingente. Ora il giovane “hacker” rischia tre anni di carcere: una vita rovinata per una burla, in cui nessuno si è fatto male e, oggettivamente parlando, nessuno ci ha rimesso nulla.
Con questo non sto appoggiando l’azione del giovane, ma bisognerebbe ogni tanto valutare come una pena di un certo tipo possa non essere bilanciata rispetto alle altre pene e rispetto all’effetto che l’azione ha causato. Spesso si parla di decine di migliaia di euro per presunte diffamazioni di cui dopo pochi giorni non si parla nemmeno più. E decine di migliaia di euro possono rovinare una persona. Il solito Davide contro Golia, insomma, in cui però a vincere è proprio quello più grosso. Benvenuti nella vita vera.
Ma ciao, Palmito!!!!!