Come nelle migliori situazioni naturali, spesso gli equilibri si invertono. Una volta è la gazzella a correre più veloce, un’altra volta è il leone. Un tempo l’uomo aveva bisogno del cibo per sopravvivere, ora l’automobile sembra aver preso il suo posto nella graduatoria delle priorità.
È notizia di questi giorni, infatti, l’aumento indiscriminato di pane e corrente elettrica. Niente che non sia strano o che non sia stato annunciato [1] [2]. Quello che però lascia veramente sconvolti è la motivazione di questi aumenti, in particolare di quello del genere alimentare più diffuso. Il grano, ingrediente fondamentale che incide per il 50% sul costo di produzione della pasta e del pane, è infatti ormai utilizzato quasi esclusivamente per produrre biocarburanti.
Da una parte aumenta il costo del petrolio, che fa aumentare quello di elettricità e benzina. Dall’altra parte, per arginare questi aumenti, viene incrementata la produzione di carburante a partire dal grano. Quindi c’è sempre meno grano utilizzabile per scopi alimentari. Risultato: a causa alla legge economica più vecchia del mondo di domanda/offerta, il prezzo del grano è salito alle stelle, portandosi con sé anche pasta e pane.
Pazienza. Anche in questo caso, l’evoluzione ci verrà incontro. Tra qualche decina d’anni mangeremo petrolio.
“Il pane è troppo caro”, reclamava il popolo.
“Date loro delle brioche”, rispose Padoa-Schioppa