Egr. Prof. Forbice,
sono un neolaureato in matematica di 24 anni e ho seguito con grande dispiacere la puntata del suo programma “Zapping” di ieri (29 aprile 2008).
Durante la trasmissione Lei ha definito “allocchi” le persone che ascoltano le “cretinate” di Beppe Grillo. Ebbene, io sono uno di questi “allocchi”, non senza un po’ di orgoglio.
Un po’ come quei “coglioni” che non votano Berlusconi.
Ma forse è più efficace che io mi presenti:
- Sono un libero professionista con partita IVA, un precario, perché ormai le aziende assumono raramente, con stipendi da fame.
- Collaboro con un giornale studentesco della mia Università e tutti i giorni vedo casi di finti stage sottopagati all’interno dei giornali per ottenere il tesserino di giornalista.
- Pago regolarmente le tasse, con una pressione fiscale del 40%, pur sapendo che lo Stato Italiano, a partire dal mese prossimo, dovrà versare 300 mila euro al giorno come ammenda per non aver rispettato la sfilza di sentenze che avrebbero dovuto spedire Emilio Fede e Rete4 dove non avrebbero più dato fastidio a nessuno.
Tutti e tre i punti sopra descritti sono stati più volti toccato da Grillo, ma nessun giornale né televisione ne ha mai fatto accenno. Vedo quindi i tre referendum del 25 aprile promossi dal comico come una valvola di sfogo per tutti coloro che vogliono cambiare il mondo in cui viviamo e che cercano, per quanto in Italia sia pressoché impossibile, di migliorare la propria condizione di vita.
Certo, è normale che le persone come Lei, dal piedistallo dell’Ordine dei Giornalisti, non vedano di buon occhio le proposte di Grillo, ma definire “cretinate” ciò che dice e “allocchi” quelli che lo stanno a sentire non può che confermare che c’è davvero bisogno di questi referendum.
In attesa di una Sua replica, porgo distinti saluti.
Alessio Palmero Aprosio
[Per chi ancora non avesse firmato per i referendum del V2-day, qui potete trovare i banchetti allestiti per il mese di maggio]
Bell’idea la rubrica “missive”. Le spedisci veramente?
Pubblicherai anche le risposte in caso?
Certo che pubblico le risposte. Se ci saranno, ovviamente.
Per rispondere alla prima domanda, la rubrica è stata creata apposta per dividere le “dediche” (come quelle del tipo “Caro Beppe” o “Cari Ministri”, ecc.) dai messaggi effettivamente inviati.