Il nuovo governo ha giurato e Silvio ha diminuito i Ministri, come promesso. E ha diminuito anche le donne, come non promesso. D’altronde, si sa, lui con le donne ha un rapporto amore/odio molto particolare.
Qualcuno penserà erroneamente che a soccombere siano stati i Ministeri inutili. In effetti è così: a cosa serve il Ministero della Sanità? Si è preferito unirlo a quello del Welfare (Benessere), l’unica anomalia esterofila nel campanilismo degli altri dicasteri. Niente più Salute, dunque. Ricordiamocelo quando qualcuno vicino a noi starnutirà: “Atchou!”, “Welfare!”, “Grazie”.
L’altro Ministero a cadere sotto il Berlusconi IV è quello delle Comunicazioni, altrettanto inutile. Ora che Silvio è al governo tutte le televisioni sono sue, i giornali hanno i finanziamenti pubblici, la radio non l’ascolta più nessuno. A che serve un Ministro? Anche la questione di Rete4 è stata abilmente sistemata dal governo uscente per non creare grane al nuovo premier.
I due Ministeri di “Università e Ricerca” e “Pubblica Istruzione” sono stati invece di nuovo unificati. Forse è meglio, così si potevano togliere le parole inutili, come “Pubblica” e “Ricerca”, cui ormai non crede più nessuno: abbiamo quindi “Scuola e Università”.
I Ministeri utili, invece, sono rimasti tutti.
L’Attuazione del programma è andato a Rotondi, per aver contribuito in modo determinante alla vittoria alle elezioni. Ecco, caro Romano, questa è la differenza tra vincere con 200 mila voti in meno (vedi Mastella alla Giustizia) o vincere con qualche milione in più.
Calderoli, invece, ha avuto un ministero fatto apposta per lui: semplificare le leggi. L’immagine può essere paragonata a quella di una scimmia cui viene dato il Cubo di Rubik. Almeno sta buono per un po’.
Dulcis in fundo, non poteva mancare l’imitazione del modello francese: gnocca a Montecitorio. Silvio, che ormai ha superato i settant’anni, deve accontentarsi di averla come Ministro: Mara Carfagna alle Pari Opportunità, ovvero gnocca per tutti!
Meglio così che a letto, d’altronde, altrimenti tutti i giorni su “la Repubblica” troviamo una lettera di Veronica…