Oggi mi è giunta notizia che un giornale universitario online rischia la chiusura. Il suo nome è step1 e ho avuto modo di conoscerne alcuni collaboratori durante il Festival del Giornalismo di Perugia.
La testata, nata quasi quattro anni fa nella Facoltà di Lingue e Letterature straniere dell’Università di Catania, ha continuato a guadagnare consensi e lettori, arrivando a oggi con più di 4500 articoli al loro attivo (circa 1300 ogni anno, il che vuol dire più di 3 al giorno!). Purtroppo troppo spesso le attività studentesche, anche se di successo, non ricevono dall’Università l’attenzione e i finanziamenti che meritano. Come è accaduto per Inchiostro qualche anno fa, durante un drastico taglio di fondi, ora tocca ai colleghi di step1 protestare e minacciare la chiusura, motivando le loro scelte in questo (ultimo?) articolo.
Dopo il rischio di chiusura per Facoltà di Frequenza, la prima radio universitaria, nonché probabilmente l’unica che va in onda su FM, emergenza fortunatamente rientrata (o meglio, rimandata di sei mesi), la vicenda che vede coinvolta step1 rimette in discussione il ruolo degli atenei quali enti di difesa della creatività degli studenti, ridimensionandosi a meri “alberghi per cervelli”, luoghi di passaggio in attesa di una vita migliore, troppo spesso all’estero.
Per concludere con ottimismo, citando l’epilogo dell’ultimo articolo di step1, se muore step1, viva step1!