Si fa presto a dire “nulla die sine linea” per poi stare zitti una settimana. Tuttavia la mia assenza è giustificata da un viaggio che mi ha portato a visitare tre paesi in cui non ero mai stato: Lituania, Lettonia e Svezia.
In realtà la tappa in Lettonia non era prevista, ma la corsa al risparmio ha fatto diventare Riga (la capitale) una tappa obbligatoria per via delle rotte aeree: arrivare direttamente a Vilnius sarebbe stato economicamente improponibile, visto che la Lituania è attualmente priva di linee low-cost.
Per raggiungere la capitale lituana, quindi, ho deciso di utilizzare il servizio di autobus che fa da spola tra Riga e Vilnius, 300 km in circa 5 ore. Il mezzo, estremamente comodo e dotato di tutti i comfort “standard”, permetteva addirittura ai viaggiatori di collegarsi a internet tramite una rete wireless interna, basata sulle reti cellulari lettoni e lituane. In Italia un servizio del genere sarebbe totalmente illegale, in quanto le norme in vigore nel nostro paese impongono al detentore del collegamento il censimento di tutte le persone che usufruiscono del servizio. L’ultima assegnazione dei Big Brother Awards italiani ha centrato il problema pluripremiando Gabriella Carlucci.
La questione della libertà della rete si ripresenta per tutta la mia permanenza nella capitale lituana: nella maggior parte dei bar e dei locali pubblici l’accesso a internet è gratuito per chiunque, senza bisogno di registrazione né password. Il bisogno di libertà della popolazione può essere una reazione inconsapevole al regime comunista sovietico che ha sottomesso le regioni baltiche dal 1940 letteralmente spartendosi l’est Europa con la germania Nazista attraverso il celebre patto di non belligeranza Molotov-Ribbentrop.
L’impronta sovietica, ormai quasi annientata dal centro della città, torna come un’ombra nei degradati quartieri periferici pieni di palazzoni in cemento armato tipici dell’iconografia della dominazione precedente.
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