Ogni tanto, ancora oggi, mi arrivano richieste di amicizia su Facebook da parte di persone che persone non sono. Ora, io posso capire il divertimento di aprire l’account de “La Lavandera Dal Burg”, ma i vari editori, negozi ed enti vari no, quelli non li sopporto.
Facebook mette infatti a disposizione degli account appositi, gestibili tramite account tradizionali (e quindi senza dover entrare con due utenti), con una serie di strumenti di marketing fatti apposta per aziende, enti, editori. I vantaggi sono innumerevoli:
- La privacy degli utenti non viene compromessa: l’amministratore di una “pagina fan” non può curiosare negli account utente degli iscritti, come potrebbe fare un amico.
- Non c’è limite al numero di fan: Facebook sostiene (a mia opinione sovrastimando, tra l’altro) che una persona non possa avere più di 5.000 amici. Questo limite non esiste per gli account “fan”.
- Non c’è bisogno di autorizzazione: niente approvazione di massa di decine e decine di richieste al giorno. Vuoi essere fan di Coca Cola? Clicca e sei fan! Non ti piace più? Clicca ed è fatta.
- Si possono visualizzare statistiche e informazioni sulla variazione del numero di fan e su loro età, sesso, provenienza.
Spero che nelle prossime politiche di Facebook ci sia una seria campagna di pulizia a tappeto degli account personali non associati a persone (e, pazienza, farò a meno della “Lavandera”).