Quando il nostro amato cagnolino fa danni in giro, di solito si va a testa bassa a chiedere scusa. D’altra parte la colpa è nostra, perché il cane l’abbiamo scelto noi.
Ecco, una stessa cosa sta accadendo in questi giorni con la nostra nazione e il nostro Presidente del Consiglio: ci fa fare le solite figure di merda all’estero e noi a testa bassa ci sentiamo colpevoli. Che poi, cosa assurda, i più colpevoli si sentono quelli che non l’hanno nemmeno votato. Quelli che gli hanno regalato la Presidenza, infatti, pensano che stia facendo un ottimo lavoro. E il problema, il nodo cruciale della questione, è sempre l’informazione. Quando manca quella, il cittadino è lasciato allo sbando e non sa più di chi fidarsi.
Ad esempio oggi Wikipedia Italia ha chiuso i battenti. Sì, la bellissima enciclopedia cui siamo abituati trarre informazioni preziose per ora non esiste più. Colpa della nuova legge, in approvazione al Governo, secondo la quale un blogger è obbligato alla rettifica di una notizia se una delle persone citate nella notizia non ha apprezzato il contenuto. Quindi se scrivo che “Berlusconi non è adatto a fare il Presidente del Consiglio” (e badate bene che non ho scritto insulti) e a Berlusconi questa cosa non piace, io sono costretto a cancellare il post e a inserire al suo posto una rettifica. Pena una multa fino a 12 mila euro!
Ora, qualcuno può pensare che in realtà quei maledetti comunisti stiano come sempre esagerando. Infatti: con l’informazione in Italia che di fatto è in mano ai poteri forti, come ci si può fidare? Chi dice il vero?
Ebbene, il vero lo dicono, ad esempio, i siti stranieri. Quando si litiga con il proprio partner, cosa che in alcuni casi può accadere spesso, uno dei metodi migliori per vedere oggettivamente il problema è parlarne con una persona che non è in mezzo. I siti web stranieri, ad esempio, non hanno nulla da perdere e/o guadagnare da questa legge. Tuttavia, guarda caso, sono contrari.
Il Business Insider, ad esempio, inserisce la notizia della chiusura di Wikipedia con una eloquente fotografia del nostro Premier, giudicandola, in un articolo precedente, addirittura fascista. E se il termine “fascista” per noi è ormai ritornato quasi familiare, all’estero viene ancora visto (a destra e a sinistra) come un terribile morbo grave almeno quanto il comunismo per il nostro caro Silvio.