Scripting con amule

Amule logo

Tutti voi conoscerete eMule, il celebre client del protocollo eDonkey, forse il programma in assoluto più usato per scaricare ogni genere di file dalla rete peer to peer. Tuttavia il mulo non è da solo perché gli sviluppatori della comunità open source (nonostante eMule di fatto sia già open source) hanno creato aMule, un clone del fratello maggiore, forse meno completo dal punto di vista delle funzionalità, ma con alcuni pregi di tutto rispetto.

  • Funziona su tutti i sistemi operativi, mentre eMule esiste solo per Windows.
  • Può essere installato senza una interfaccia grafica (quindi adatto anche per i server).

Per questi due motivi ho installato aMule sul server di casa mia (con sistema operativo Linux), impostando le ricerche automatiche tramite alcuni script php/mysql e il demone (ovvero un programma costantemente attivato, nulla a che fare col demonio) cron.

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Thunder Road e Marlene Kuntz, pollice verso

Marlene Kuntz

Ieri sera ho avuto il mio primo incontro con il Thunder Road e i Marlene Kuntz, un locale e un gruppo di cui finora avevo solo sentito parlare. Due piccioni con una fava.

La premessa – certamente non delle più allettanti – l’ho avuta con un amico che mi ha detto: “Vai a un concerto dei Marlene Kuntz? Ma tu non c’entri nulla”. Alla mia domanda sul genere del suddetto gruppo, poi, non ha saputo rispondere. Dopo averli sentiti, ho deciso che trattasi di “rock melodico”, abbastanza inflazionato. Tuttavia – diamo a Cesare quel che è di Cesare – forse non era così inflazionato quando il gruppo si è formato, alla fine degli anni Ottanta.

Le locandine davano il concerto alle 23. Siamo arrivati alle 22.55 per scoprire che in realtà sarebbe stato alle “23.30 puntuali”. È iniziato alle 0.20. Cominciamo male, molto male.

Il peggio è stato il cartello fuori dal locale, che recitava: “Ingresso libero, consumazione obbligatoria 10 euro”, mentre le locandine, evidentemente vittime della sintesi, riportavano solo le prime due parole: “Ingresso libero”. A casa mia, questa scelta imprenditoriale si chiama “Ingresso 10 euro, consumazione compresa”, oppure “Ingresso libero, uscita a pagamento”, altrimenti sembra proprio una cosa del tipo “Ingresso libero per pagare meno SIAE e consumazione obbligatoria 10 euro per incassare ugualmente”. Mi informerò per sapere se questa tattica è legale.

Anche il metodo di “controllo” era inutilmente complicato:

  • all’ingresso si viene forniti di un bigliettino con scritto “consumazione obbligatoria”;
  • il bigliettino deve essere convertito alla cassa (dentro il locale) in altri due bigliettini, uno per la consumazione e uno per l’uscita;
  • quello per l’uscita deve poi essere convertito (all’ingresso) in un timbro sulla mano, che serve per potersi muovere liberamente dentro e fuori dal locale.

Non capisco, tra l’altro, come il locale si sarebbe comportato se io, al termine del concerto, fossi voluto uscire senza consumare. Mi trattenevano finché non pagavo i 10 euro? Chiamavano il 112? E se lo chiamavo io accusandoli di sequestro di persona?

Misteri della vita mondana…

Il concerto è stato di medio livello. L’audio non era ottimo e non si capiva una parola di quello che dicevano; il che, considerando che è un gruppo italiano, non è bello. A un certo punto si sono anche bloccati all’inizio di una canzone; il cantante si è scusato: “ho sbagliato, chiedo perdono, sono cose che capitano”. Dubbio feroce su questa frase: un musicista di medio livello, quando sbaglia, di solito si raccapezza senza interrompere tutto il gruppo, no?

Finito il pezzo, cambio delle chitarre – in tutto il concerto è capitato almeno 3/4 volte -, come una valletta al festival di Sanremo farebbe col vestito. Azzardando un giudizio bipartisan, direi che i Beatles e i Rolling Stones non cambiavano le chitarre 3/4 volte durante un concerto.

D’altra parte, facendo mia una frase di Frankie Hi-Nrg, se le vallette del festival di Sanremo sono il vestito che hanno, è possibile che un gruppo sia gli strumenti che suona.

Procter & Gamble

Procter & Gamble career

In un post di qualche mese fa avevo descritto un incontro tenutosi al Collegio Ghislieri su come la Procter & Gamble reclutasse il personale.

Ebbene, colto da un attacco di curiosità, sono andato a fare il famoso “stress test” a Milano lunedì alle 12. La prova consisteva in 50 domande a risposta multipla da rispondere in 65 minuti.

Devo dire che per essere stress è stress, però allo stesso tempo è piuttosto fattibile se non ci si fa prendere dal panico. Per fortuna non era il mio caso, visto che il mio interesse infinitesimo all’assunzione presso la multinazionale. Tuttavia, le altre persone che stavano partecipando alla prova erano effettivamente lì con la speranza dell’assunzione, e molti di loro hanno saltato molte domande.

Non c’era distinzione tra la risposta sbagliata e la risposta non inserita (che, come dice il Prof. Gilardi, permette di distinguere tra l’uomo e la scimmia ammaestrata, quest’ultima abituata a mettere sempre e comunque una croce da qualche parte), tanto che la ragazza che ci “controllava” ha fatto capire tra le righe che l’avvertimento “mancano 5 minuti alla consegna” doveva servire per riempire a caso tutte le risposte per le quali il tempo tiranno non era bastato.

Io ho consegnato addirittura 10 minuti prima, con tanto di stupore dei presenti. Dovrei sapere i risultati in settimana. Stay tuned.

Ps. Oggi è uscito Firefox 3. Mozilla Foundation, promotrice del progetto, ha intenzione di battere il record mondiale di download di un programma in 24 ore. Andate perciò su questo sito e scaricatelo prima delle 19 di oggi (ora italiana), così da potervi ritenere protagonisti dell’evento.

Il Pungolo

Stasera si è giocata Italia-Romania. Praticamente un derby.

La partita inizia senza troppi colpi di scena. La Romania non riesce a sfondare le difese italiane anche perché appena i giocatori oltrepassano la metà campo incontrano sempre i Carabinieri che si appellano all’ultimo decreto legge e cercano di rimandarli indietro.

Nel secondo tempo la partita si riprende. Gol della Romania al 55′. Donadoni invia immediatamente il suo curriculum all’Esselunga. Cercano cassieri.

Poi l’Italia pareggia. “Per fortuna!”, pensa Donadoni dopo la lettera di rifiuto da parte della nota catena di supermercati.

Nel complesso non ci sono stati grossi colpi di scena, a parte la zuccata tremenda tra due giocatori rumeni che ha provocato l’abbandono del gioco su una barella da parte di uno dei due. Arriva subito la dichiarazione della Sinistra Arcobaleno: “Questa è l’ennesima conferma del fatto che le leggi razziali sono eccessive e che gli stranieri si azzuffano tra di loro”.

Dare le lettere

Lettere

Con tutte queste sigle, alla fine qualcuno si confonde. E qualcun altro ci frega.

Già Beppe Grillo notava che, volenti o nolenti, i due partiti maggiori (Partito Democratico e Popolo della Libertà) hanno sigle molto simili: PD e PDL. Così come erano simili i rispettivi programmi di governo, più attenti alle poltrone e ai “potenti”, piuttosto che di tutti quei cittadini che fanno fatica ad arrivare alla fine del mese.

Oggi il dilemma delle lettere si ripete: decreto legge o disegno di legge? DL o DDL?

Tutto è iniziato con la famosa bagarre sulle intercettazioni: il tema “scottante” è stato presentato al Quirinale oggi sotto forma di decreto legge e non di disegno di legge.

Esaminiamo ab ovo il nostro sistema di governo per capire quanto sia effettivamente grave l’errore (e importante la distinzione tra i due documenti).

Nella nostra democrazia esistono in pratica due “enti” che gestiscono i poteri legislativo (fare le leggi) ed esecutivo (approvare le leggi). Il Governo, primo dei due enti, formato dal Consiglio dei Ministri e dal suo Presidente, ha il compito di proporre le leggi. Di scriverle, in sostanza. Il Parlamento, secondo ente, vota le proposte del Governo, spesso proponendo emendamenti (ovvero modifiche). In ogni caso, ogni legge deve passare alla Camera, al Senato e al vaglio del Presidente della Repubblica, dopo di che diventa effettiva. La proposta di legge (detta anche disegno di legge) è proprio la prima bozza preliminare che il Governo propone al Parlamento per la votazione.

In casi particolarmente urgenti, invece, il Governo ha la possibilità di emanare un decreto legge, ovvero un atto straordinario che diventa legge immediatamente, senza il consenso del Parlamento. Il Governo avrà poi 60 giorni di tempo per proporla in Parlamento e seguire l’iter consueto, senza il quale viene annullata retroattivamente. Esempio di decreto legge è l’aumento di potere dato ai prefetti dopo l’omicidio della donna a Tor di Quinto per mano (non proprio la mano, diciamo) di un rumeno.

Confondere le due cose, quindi, è un errore da principianti. Si può paragonare a un calciatore che prende il pallone con la mano. La giustificazione del Presidente del Consiglio («è stato un refuso»), pur placando la polemica, non basta certo a scagionare un Governo dall’accusa, seppur morale, di palese incompetenza.

Inoltre, data l’importanza della legge in questione e di tutte le polemiche che sta scatenando, non c’è bisogno di essere in malafede per pensare che lo sbaglio sia stato un po’ “forzato”. Come non collegare a tutto ciò, infatti, l’inchiesta della Procura di Napoli che sta indagando il Presidente del Consiglio per corruzione, proprio grazie alle intercettazioni delle sue telefonate con Agostino Saccà, presidente di Rai Fiction?

La classe non è acqua

iPhone

Oggi Steve Jobs, CEO di Apple Inc., ha presentato la nuova versione dell’iPhone, il cellulare con la mela. Da subito i concorrenti si sono messi in moto per sfornare velocemente “emuli” del suddetto, ma ovviamente diversi nell’aspetto e nel funzionamento.

Alcuni di essi saranno basati su Android, il nuovo sistema sviluppato da Google, mentre altri si baseranno su sistemi proprietari o su Symbian. Il bello è che i primi sono già stati soprannominati gPhone, anzi GPhone (la “G” di Google è maiuscola), come a voler emulare anche il nome dell’originale di Cupertino.

Apple sta vivendo un momento molto positivo, dopo aver rischiato quasi il fallimento negli anni Novanta. Ma, in ogni momento della sua storia, ha sempre potuto contare sulla sua originalità. C’è chi segue le mode e c’è chi le crea.

Come scrive Scott Kelby nel suo “Macintosh, la nuda verità”, edito da Mondadori:

Ci saranno sempre scettici.
Ci saranno sempre increduli.
E ci sarà sempre Apple a dimostrare che si sbagliano.

Pecora stupra pecora

Pecora

Su “city” di venerdì scorso campeggiava in prima pagina il titolone “Italiano stupra e mette incinta ragazzina di tredici anni”.

Non so voi, ma a me sfugge la notizia.

Cosa è più importante? Il fatto che la stuprata avesse 13 anni oppure che lo stupratore fosse italiano? E perché nel titolo non è stato scritto che la ragazza era marocchina? Si scrive solo quando il marocchino è il “cattivone” di turno?

Uno studio Istat di dicembre 2007 mostra che solamente il 10% degli stupri in italia è commesso da stranieri. Considerando che gli stranieri, in tutto, sono il 6.2% della popolazione, non è così scontato tirare somme sbagliate: una differenza così piccola non giustifica lo stupore nello scoprire che anche gli italiani stuprano.

Purtroppo duole constatare per l’ennesima volta quanto in Italia l’informazione sia orientata verso ciò che i politici vogliono propinarci, creando un clima di terrore che poi inevitabilmente sfocia nella vittoria di un partito xenofobo e nell’approvazione di una legge unicum in Europa.

Ora una piccola digressione che mi è venuta in mente ragionando sul problema. Se un pastore sardo stupra una pecora qualsiasi, la cosa di per sé non fa notizia. Ma cosa succede se un personaggio famoso stupra una pecora? Fa più notizia? E cosa dire di un sardo che stupra un animale famoso, come ad esempio Dolly, la prima pecora clonata? Quale dei due avvenimenti fa più notizia?

The pianists

Pianista
Foto: Timor Abdulov, 2006

Dopo l’ennesimo voto alla Camera dei Deputati in cui la maggioranza ha rischiato di andare sotto, sono tornati i cosiddetti “pianisti”, ovvero quei parlamentare che si prendono l’onere (l’onore?) di votare per i loro colleghi troppo impegnati per presenziare alla seduta.

A pochi giorni dalla decisione di pubblicare online le assenza dei dipendenti dell’Amministrazione Pubblica, sembra un po’ una presa in giro.

Alcuni deputati dell’opposizione hanno quindi deciso di scattare alcune foto per provare i misfatti.

Dalla relazione della giornata di oggi a Montecitorio:

  • RITA BERNARDINI. Signor Presidente, oggi – come avrà notato – noi della componente radicale del Partito DemocraticoPag. 189non siamo intervenuti su tali questioni ma proprio in giornata abbiamo chiesto un incontro al Presidente della Camera, perché è chiaro che, finché ci saremo noi e poiché siamo presenti in aula, la storia dei pianisti deve finire (Commenti dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).
    Scommettete che finirà? Mi autodenuncio, ci autodenunciamo per aver fatto le foto ai pianisti. Infatti, vorrei capire come si fa a provare che vi sono irregolarità nelle votazioni. Fra l’altro, alla fine della scorsa legislatura, è stato approvato un ordine del giorno che, con molta chiarezza, prevedeva la necessità, per superare finalmente questo problema, di installare il dispositivo con le impronte digitali (Commenti dei deputati del gruppo Popolo della Libertà). Credo sia ciò di cui abbiamo bisogno in quest’aula per avere votazioni regolari.
  • PRESIDENTE. Onorevole Bernardini, mi consenta di esprimere la mia perplessità sul fatto di scattare foto in Aula. Non mi sembra che corrisponda alla tradizione di questo Parlamento e forse neppure alla dignità dell’istituzione parlamentare.
  • […]
  • ITALO BOCCHINO. Signor Presidente, la richiamo all’applicazione dell’articolo del Regolamento che vieta di fare foto e filmati in Aula (Applausi di deputati del gruppo Partito Democratico). Applaudono i colleghi radicali, perché da questa mattina stanno facendo fotografie in Aula per verificare i doppi voti. La collega Bernardini, quando dice: «vedrete che finirà», sta facendo una minaccia, come per dire: «noi tra poco vi denunceremo per questa ragione».
    Signor Presidente, lei ha il dovere di applicare il Regolamento. Non ha richiamato all’ordine chi sta scattando le foto ed è facilissimo verificarlo attraverso i commessi; non richiama all’ordine chi si autodenuncia rispetto a violazioni contemplate nel Regolamento; sta permettendo che si discuta di temi che non sono all’ordine del giorno.
  • […]
  • PRESIDENTE. Onorevole Bocchino, devo correggerla su un punto. Le fotografie non sono considerate nel Regolamento. Non esiste una norma regolamentare a tal proposito, ma una regola di correttezza e una norma tradizionale. Se ciò è avvenuto invito a sospendere questa pratica e riferirò in materia alla Giunta per il Regolamento. Pertanto, invito formalmente a non scattare fotografie in Aula.

Certo: se un dipendente pubblico che guadagna 1.200 euro al mese manca un giorno, ecco che parte lo sputtanamento in mondovisione. Ma se un parlamentare vota per due, invece di vergognarsi, si appella al rispetto del regolamento. Il quale, peraltro, per voce stessa del Presidente (che, sic!, oggi era Buttiglione in quanto assente Fini), non dice nulla in proposito. Tuttavia, nel dubbio, meglio non scattarle, no?

Il Pungolo

Hillary Clinton ha ufficialmente perso la corsa alla candidatura per le presidenziali americane. “Non cerco la vicepresidenza”, ha dichiarato. “ma sto trattando per diventare first lady“.

Lega-Napolitano, polemica sui rifiuti tossici.
Napolitano: “Gran parte dei rifiuti tossici della Campania sono arrivati dal nord”.
Dura la reazione della Lega: “No, non regaleremmo mai così tanta roba ai terroni”.
Napolitano incalza: “Rileggete la relazione”.
La Lega Nord si arrende: “È vero, avevamo guardato solo le figure”.

La casta della non-casta

Gian Antonio Stella

Orwell, nel celebre libro “La fattoria degli animali”, immaginava un mondo in cui gli animali si ribellassero agli uomini e diventassero padroni di se stessi. Un’autogestione della fattoria che, nell’idea iniziale, doveva portare alla democrazia.

Proseguendo nella lettura, scopriamo che non andò proprio così. In una società moderna, ci sarà sempre un governatore e ci sarà sempre un governato.

Gli stessi Sergio Rizzo e Gian Antonio Stella, nel loro libro “La Casta”, denunciano appunto una vera e propria casta di personaggi (politici, imprenditori, ecc.) inavvicinabili, inattaccabili e irraggiungibili dalla “plebaglia”, ovvero tutti gli altri.

Ma siamo sicuri che “tutti gli altri” non siano a loro volta così? Ad esempio, il Prof. Stella, giornalista di fama nazionale, non sarà per caso figliol prodigo proprio del suo libro? Quest’ultimo, infatti, invitato da Inchiostro a presentare il suo libro a Pavia, non si è degnato di venire, adducendo come scusa il non muoversi per un giornale di qualche studentucolo  – versione “a voce”; la scusa ufficiale, ovviamente, era la mancanza di tempo.

Tempo che però non è mancato quando a invitarlo è stata Il Cantiere per Pavia, associazione politica orientata verso il centro sinistra. Il 10 giugno prossimo il giornalista-scrittore sarà – con nonchalance – ospite presso la Libreria Loft 10 in Piazza Cavagneria.

Peccato: sarebbe stato bello pensare che c’era veramente qualcuno fuori dalla casta che la denunciasse dal basso. Questo episodio è l’ennesima conferma che i grandi cambiamenti, anche se mascherati in modo oculato, devono sempre e comunque essere approvati da chi di quei cambiamenti subirà maggior danno.

Notina. Rimanendo in tema “casta”, oggi è l’ultimo giorno in cui posso viaggiare gratuitamente sui treni essendo figlio di ferroviere: tale privilegio cessa infatti inesorabilmente al compimento del venticinquesimo anno di età. Dura lex, sed lex.