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La fuga dei ribelli
Visto che in rete non si parla d’altro, torniamo alla “legge bavaglio”.
Tra l’altro è buffo come in Italia si tenti di fare i furbi persino nell’atto di scrivere le leggi. Questa norma tanto contestata era pensata per limitare l’utilizzo delle intercettazioni. O, per lo meno, di limitarne la diffusione. Tuttavia poi sbuca fuori, come un coniglio dal cilindro, che nel testo è presente anche un pesantissimo comma per uccidere blog e siti web.
Ma cosa succede se ci trasferiamo all’estero?
Il ragionamento è semplice. In Italia, ad esempio, è vietato fumare nei locali pubblici. Bene. Ora ci trasferiamo in Germania, dove la legge (almeno a quanto ne so) non esiste. Entro in un locale pubblico e mi fumo la mia sigaretta. Può il legislatore italiano fare qualcosa per impedirmelo? No.
Ecco che quindi basta aprire un sito web all’estero per poter nuovamente “infrangere” questa regola. Ma come si fa a sapere se la legge è applicabile? Se un francese apre un blog e scrive una cosa che a Silvio non piace, può essere denunciato in Italia? Esiste una sorta di estradizione informatica? Sono domande, queste, che farò a un avvocato il prima possibile. Se infatti risultasse che un italiano può registrare un dominio all’estero e farsi il proprio sito in barba alla legge, allora direi che l’enorme sforzo di questo pessimo governo potrebbe risultare inutile.
Tra l’altro, per iniziare a rimboccarsi le maniche, ho visto che Tophost sconta del 90% il primo anno di un acquisto di un dominio .eu. Chissà dove si colloca, geograficamente, il dominio .eu. È penalmente perseguibile in Italia?
Nel dubbio, sto procedendo all’acquisto di ziorufus.eu. Consiglio, inoltre, di leggere l’ottimo articolo di commento alla chiusura di Wikipedia sul sito del Fatto Quotidiano.
Update. Ho trovato un articolo molto interessante sul blog di Mario Tedeschini Lalli: http://mariotedeschini.blog.kataweb.it/giornalismodaltri/2011/10/05/wikipedia-auto-oscurata-perche-solo-litaliano-mostruosita-giuridiche-e-paradossi-digitali/?ref=HREA-1. Non che questo articolo dia risposte, ma solleva il medesimo problema espresso in questo post.
Cosa fare? Nascondersi?
Quando il nostro amato cagnolino fa danni in giro, di solito si va a testa bassa a chiedere scusa. D’altra parte la colpa è nostra, perché il cane l’abbiamo scelto noi.
Ecco, una stessa cosa sta accadendo in questi giorni con la nostra nazione e il nostro Presidente del Consiglio: ci fa fare le solite figure di merda all’estero e noi a testa bassa ci sentiamo colpevoli. Che poi, cosa assurda, i più colpevoli si sentono quelli che non l’hanno nemmeno votato. Quelli che gli hanno regalato la Presidenza, infatti, pensano che stia facendo un ottimo lavoro. E il problema, il nodo cruciale della questione, è sempre l’informazione. Quando manca quella, il cittadino è lasciato allo sbando e non sa più di chi fidarsi.
Ad esempio oggi Wikipedia Italia ha chiuso i battenti. Sì, la bellissima enciclopedia cui siamo abituati trarre informazioni preziose per ora non esiste più. Colpa della nuova legge, in approvazione al Governo, secondo la quale un blogger è obbligato alla rettifica di una notizia se una delle persone citate nella notizia non ha apprezzato il contenuto. Quindi se scrivo che “Berlusconi non è adatto a fare il Presidente del Consiglio” (e badate bene che non ho scritto insulti) e a Berlusconi questa cosa non piace, io sono costretto a cancellare il post e a inserire al suo posto una rettifica. Pena una multa fino a 12 mila euro!
Ora, qualcuno può pensare che in realtà quei maledetti comunisti stiano come sempre esagerando. Infatti: con l’informazione in Italia che di fatto è in mano ai poteri forti, come ci si può fidare? Chi dice il vero?
Ebbene, il vero lo dicono, ad esempio, i siti stranieri. Quando si litiga con il proprio partner, cosa che in alcuni casi può accadere spesso, uno dei metodi migliori per vedere oggettivamente il problema è parlarne con una persona che non è in mezzo. I siti web stranieri, ad esempio, non hanno nulla da perdere e/o guadagnare da questa legge. Tuttavia, guarda caso, sono contrari.
Il Business Insider, ad esempio, inserisce la notizia della chiusura di Wikipedia con una eloquente fotografia del nostro Premier, giudicandola, in un articolo precedente, addirittura fascista. E se il termine “fascista” per noi è ormai ritornato quasi familiare, all’estero viene ancora visto (a destra e a sinistra) come un terribile morbo grave almeno quanto il comunismo per il nostro caro Silvio.
Una timeline per Facebook
In una presentazione in pieno sile Jobs (ma Steve è meglio), Mark Zuckerberg ha presentato oggi la nuova interfaccia di Facebook. Qualcuno penserà che ormai il celebre social network cambia una volta al mese, ma questa volta sembra che le modifiche siano radicali. Nell’homepage del nostro profilo una grande fotografia che ci “rappresenti”, mentre sulla destra, una “timeline” attraverso cui possiamo “viaggiare nel tempo” e rivedere post, fotografie e in generale cazzeggi del nostro passato.
Ipocrisia tutta italiana
L’hanno esclusa da Miss Italia 2011. Non per procedimenti penali, perché ha ucciso qualcuno o perché ha corrotto un giudice, ma semplicemente perché ha posato nuda su internet. La storia è piena di Miss Italia che lo hanno fatto dopo aver vinto il titolo. Ma prima no, altrimenti la moralità è messa in discussione.
“Quest’anno colte e semplici” è la tiritera degli organizzatori. Addirittura, qualche anno fa, tutte le ragazze erano “costrette” a rispondere a una sorta di test d’intelligenza che influiva sul punteggio finale.
Proviamo a immaginare la cosa al contrario: prima di dare un Premio Nobel, gli organizzatori chiedono a tutti i “papabili” di mettersi in bikini. Poi vengono valutati per la loro bellezza estetica e questo punteggio influisce sull’assegnazione del premio. Sarebbe veramente buffo, no?
Province falcidiate
È incredibile come i giornali a volte utilizzino parole forti per indicare questioni di normale amministrazione.
Dopo l’annuncio del governo per limitare (finalmente!) le province italiane, già i principali quotidiani italiani (Corriere e Repubblica in primis) si sbizzarriscono ipotizzando un’Italia con le province a macchia di leopardo. Sì, perché secondo i calcoli di Repubblica, ad esempio, la Liguria rimarrebbe con la sola provincia di Genova, perché tutte le altre tre (Imperia, Savona, La Spezia) hanno meno di 300 mila abitanti. Non è ovviamente dato sapere se, sempre secondo i giornalisti che hanno pubblicato la notizia, le zone con le province “falcidiate” rimangano senza provincia, lasciando un “hic sunt leones” sulla carta geografica.
L’ipotesi più probabile per spiegare l’abbaglio sembra l’uovo di Colombo: nessuno ha suggerito ai giornalisti che le province potrebbero essere unite tra loro. Oddio, che idea geniale!
Nel caso specifico della Liguria, quindi, semplicemente Imperia e Savona diventano una provincia unica (Savona, probabilmente, o magari Sanremo) per un totale di 500 mila abitanti. Nessun trucco, signore e signori.
Così si può andare avanti e scoprire che la provincia di Trieste, con i suoi 240 mila abitanti, potrebbe essere unita a quella di Gorizia (popolata da 140 mila persone) per fare un’unica “provinciona” di Trieste. Ecco che così i suoi 380 mila abitanti ritroverebbero la loro identità, senza nessun “addio a pezzi di storia“.
Pubblicare
Per i ricercatori, la cosa più importante per dare credito al proprio lavoro, è avere delle pubblicazioni scientifiche.
Questo vuol dire scrivere un articolo, inviarlo a una rivista, farselo accettare tramite il meccanismo della peer review e finalmente vederlo pubblicato. Che poi l’articolo sia scritto da una sola persona o da tanti, la cosa è irrilevante: l’importante è pubblicare.
Non stupisce quindi la pubblicazione di Evidence for an anomalous like-sign dimuon charge asymmetry, firmata da più di 400 persone!
Falsi positivi su eMule
eMule è un gran software per scaricare materiale di ogni tipo. Su eMule si trova davvero di tutto, anche se ultimamente la sua fama è notevolmente scemata a favore di soluzioni più pratiche come Megavideo o i vari siti di hosting di file.
Tuttavia il bello dell’amato muletto è che si genera automaticamente dalla rete, e non ha bisogno più di tanto di un ruolo attivo dell’utente: basta che una qualsiasi persona ottenga il file in qualche modo per innescare un circolo virtuoso che fa sì che il file si diffonda velocemente nella rete.
Tuttavia, uno dei grossi problemi di eMule è la grandissima quantità di falsi positivi. Se provate a cercare il titolo di un filmato qualunque su eMule, troverete tantissimi falsi positivi (solitamente porno) tanto più che il filmato è famoso in rete.
Tuttavia ci sono alcuni accorgimenti che possono aiutare a scegliere bene quale sia il file giusto.
Supponiamo ad esempio di voler scaricare un file video la cui durata è 135 minuti. Ora, cercando con eMule il titolo di quel video troveremo centinaia, se non migliaia di risultati. Il trucco sta quindi nello scegliere il video correttamente basandosi sul tempo, proprietà che il muletto inserisce in una colonnina del campo di ricerca. Scegliamo quindi i filmati che durano all’incirca il tempo cercato (2h15) e il gioco è fatto!
Trovare il petrolio
Oggi post estremamente qualunquista.
In questi ultimi mesi ho ideato un sistema efficacissimo per trovare il petrolio, anche dove nessuno avrebbe immaginato potesse nascondersi. Basta procedere nel seguente modo:
- Isolare la zona dove si vuole verificare la presenza dell’oro nero.
- Creare dal nulla una nazione nel territorio selezionato.
- Instaurare un dittatore sanguinario nella regione.
- Attendere la rivolta della popolazione.
Una volta che la rivolta si è innescata, trarre il risultato è facile: se i media di tutto il mondo si interessano al dittatore, alle rivolte, ai morti, ecc. allora significa che il territorio contiene petrolio, altrimenti no.
Se inoltre gli Stati Uniti d’America si adoperano per scalzare militarmente il dittatore, allora significa che la quantità di petrolio è molto alta.
Ora non mi resta che brevettare questo sistema e diventare ricco.
Dimenticatoio – La grande sfida
Ogni tanto vago su Wikipedia e mi perdo via in giro per le pagine. Oggi mi è saltata all’occhio la pagina di Gerry Scotti e ho ri-scoperto un programma che adoravo quando ero bambino. Si chiamava “La grande sfida” ed era una sorta di clone di “Scommettiamo che… ?” di casa Mediaset. In entrambe le trasmissioni i concorrenti dovevano superare prove difficilissime, l’unica differenza è che nel programma di casa Mediaset i concorrenti si sfidavano in due, mentre su RaiUno il protagonista dell’impresa era da solo e doveva semplicemente superare la prova.
Per i più nostalgici, questa è la sigla.