Cornetto, scherzetto!

Cornetto

In università è risaputa l’esistenza della goliardia che si svolge nei Collegi. Il suo funzionamento è noto ai più, anche se spesso viene minimizzato (o enfatizzato) per circondarlo di un alone di mistero. Purtroppo alla fine tutti ne vedono solo i lati negativi, un po’ come capita per i computer Apple: chi non li ha mai provati, li odia a priori.

Tuttavia la goliardia ha effetti notevolmente positivi. Tra questi spicca il raggiungimento della consapevolezza che il limite tra “possibile” e “impossibile” non è sempre così scontato come sembra.

Lo scorso anno un ragazzo degli Anziani (i “cattivi”, per intenderci), aveva voglia di focaccia ligure. Capita. Chi non ha le voglie, di tanto in tanto? Una matricola scelta all’uopo è stata quindi inviata con il treno a Genova, spesata di tutto, per soddisfare i bisogni irrinunciabili di un compagno di collegio. Inutile aggiungere che, per ammortizzare le spese e per golosità, altri ragazzi si sono uniti al picnic.

Fin qui, nulla di drammaticamente “impossibile”.

Quando però a un altro Anziano salta all’occhio l’incredibile offerta Ryanair di un viaggio a Parigi per la modica cifra di un centesimo, la voglia di cornetti caldi e la visione di una matricola disponibile (tutto sommato consenziente) prende il sopravvento. Ed è qui che il limite tra “possibile” e “impossibile” si assottiglia…

Così il commesso viaggiatore, ormai giunto al secondo anno, parte per Parigi portando con sé un bagaglio ampio e spazioso, ma soprattutto vuoto: pronto per essere riempito di cornetti saporiti appena sfornati. Originali. Parigini.

Numero dei partecipanti: una ventina.
Costo dell’operazione: due euro a testa.

– Maestà, il popolo è senza pane.
– Che mangino croissant…

Davvero. Conviene!

Da lunedì a domenica

Da lunedì a domenica

Ieri sera ho preso il treno. Il mio secondo peccato capitale dopo aver pagato per scaricare musica da internet.

Visto che tutti i treni erano in perfetto orario, sono riuscito a fare la tratta Pavia-Trento in quasi sei ore, invece che le tre e mezza previste. Persino la batteria del mio portatile non ce l’ha fatta: un evento! Così, una volta arrivato a Verona per le mie due ore di simpatica attesa (la linea Verona-Trento è servita benissimo, tranne che dalle undici all’una di notte), dopo un’oretta del mitico Telefilm 24, il mio portatile ha deciso di entrare in standby permanente finché non lo avessi attaccato a una presa di corrente. Che pretese, eh? Sindacati delle batterie!

In ogni caso, girando per la stazione ho notato alcune peculiarità solo italiane dei cartelloni degli orari. Innanzi tutto siamo l’unica nazione dove i treni possono non essere in orario già a livello di “palinsesto”. Inoltre il mio in particolare poteva sì essere in ritardo di circa 15 minuti, ma solamente alcuni giorni della settimana: come recita la foto allegata, dal Lunedì alla Domenica. Nel cercare di capire se giovedì (cioè ieri, quando ero a Verona) era compreso in quell’intervallo, mi sono sentito veramente un deficiente. Scrivere “tutti i giorni”, oppure “sempre”, o ancora meglio “i treni sono sempre in ritardo, che cosa credi” mi sembrava più sensato. C’è da dire che alla fine è partito con 5-10 minuti di ritardo, quindi praticamente in anticipo.

Ora sono a Trento, e qui non sembra nemmeno di essere in Italia. Non sto parlando della lingua, visto che a Trento ancora parlano italiano (quella è Bolzano). Mi riferisco al fatto che mi trovo in Piazza Cesare Battisti, in centro alla città, e sto navigando su internet con il servizio wireless gratuito che il Comune ha messo a disposizioni a cittadini e non. Spero che mio figlio (o magari mio nipote) possano vedere una cosa simile anche a Pavia…

Meglio giocare o fumare?

Qualche problema con il gioco? (fronte) Qualche problema con il gioco? (retro)

Ieri sera sono andato al Casino (per essere più chiaro dovrei mettere l’accento sulla “o”, ma l’Accademia della Crusca dice che non ci va, quindi non ce la metto). A Monte Carlo. Volevo andare in quello “figo”, ma dovevo pagare l’ingresso e la mia essenza ligure me lo ha impedito. Non è comunque un problema, visto che ogni albergo ha il suo. Gratis, a parte giocare, ovviamente. Il 90% delle persone erano italiani che, probabilmente non contenti dei servizi offerti dalla vicina sala da gioco sanremese, hanno preferito fare una cospicua donazione di Euro alla landa straniera. Fin qui nulla di speciale, se non fosse che all’interno della sala c’era un discreto dispenser, in un angolino, che regalava un eccezionale depliant sui rischi del gioco!

La prima cosa a cui ho pensato leggendolo è la legge che prevede le scritte minatorie sui pacchetti di sigarette… morire a norma di legge, insomma. Però questo depliant è decisamente molto più bello. All’interno, infatti, sono presenti dei veri e propri consigli psicologici su come capire se si è malati “gravi” e su come imparare a “smettere” al momento giusto. Come dire: giocare va bene, ma non troppo, altrimenti le sale da gioco ci rimettono in immagine!

Per visionare il depliant (almeno la copertina) cliccate sull’immagine in alto.

Che emozione: il primo post!

Il primo post è un po’ come il primo bacio, perché si aspetta per molto tempo e bisogna lavorare sodo per ottenerlo. L’unica differenza è che nel blog abbiamo ragione se pensiamo che sia solo colpa nostra, mentre nelle questioni sentimentali c’è sempre lo zampino di qualcun altro. Ok, è vero, Woody Allen la pensa in modo decisamente diverso quando sostiene che la masturbazione è fare l’amore con la persona che si ama di più, ma il bacio è diverso: a meno di usare uno specchio, è difficile darsene uno da soli.

Fuor di metafora, questo è il mio blog. Dal cappello introduttivo avrete senz’altro capito che non sarà ricco di contenuti profondi su cui ragionare troppo, ma d’altronde la mia filosofia di vita è proprio questa: semplicità e comprensione prima di tutto. Non ha senso dover leggere un testo cinquanta volte prima di capirlo: è solo un modo per non ricevere critiche. Nessuno criticherebbe mai un testo che non capisce, rischierebbe solo di fare una brutta figura. In ogni caso non posso certo dire che i contenuti di questo blog saranno alla portata di tutti: i più intelligenti tra di voi potrebbero avere dei seri problemi.

Concludo con alcune notine tecniche. I più sgamati mi faranno sicuramente notare che con questo blog ho letteralmente infranto due tra i miei principi di cui per anni mi sono fatto portatore:

  1. Mi sono sempre rifiutato di avere un blog.
  2. Ho sempre e accuratamente evitato (da buon webmaster non poco modesto) di utilizzare software già fatto.

Ebbene, ho deciso di infrangere queste due regole autoimpostemi perché, come per la varicella, le suore e Berlusconi, è giusto essere vaccinati. Diciamo: almeno provare.

Quindi proverò.