Brillante weblog

Anche se in genere non amo particolarmente (anzi, spesso detesto) le catene di Sant’Antonio, vorrei comunque “stare al gioco” di Brillante Weblog. L’iniziativa consiste nel segnalare sette blog interessanti e invitare questi a fare lo stesso sul proprio blog.

Un redattore di Inchiostro, nel suo blog, mi segnala tra i sette “eletti”, rendendomi quindi involontariamente protagonista di questa catena.

Il blog che mi ha segnalato:

I sette blog che mi fa piacere segnalare:

  • Voglio Scendere
    Si tratta della vetrina ufficiale dei tre giornalisti Corrias, Gomez, Travaglio.
  • Spinoza
    Un blog serissimo, come scrive il suo creatore. Semplicemente geniale, aggiungo io.
  • Hic est Lyon
    Il blog di Andrea, un ragazzo italiano emigrato in Francia con una particolare predisposizione verso il giornalismo.
  • Non pianeta, ma stella
    Uno dei blog più simili al mio, gestito da una ragazza pugliese.
  • Inchiostro
    Il blog del giornale degli studenti dell’Università di Pavia.
  • Mau
    Il sito personale, con annesso blog, di Maurizio Codogno, un appassionato di matematica.
  • Marzapower
    Il blog personale di Daniele, il mio coinquilino.

La classe non è acqua

iPhone

Oggi Steve Jobs, CEO di Apple Inc., ha presentato la nuova versione dell’iPhone, il cellulare con la mela. Da subito i concorrenti si sono messi in moto per sfornare velocemente “emuli” del suddetto, ma ovviamente diversi nell’aspetto e nel funzionamento.

Alcuni di essi saranno basati su Android, il nuovo sistema sviluppato da Google, mentre altri si baseranno su sistemi proprietari o su Symbian. Il bello è che i primi sono già stati soprannominati gPhone, anzi GPhone (la “G” di Google è maiuscola), come a voler emulare anche il nome dell’originale di Cupertino.

Apple sta vivendo un momento molto positivo, dopo aver rischiato quasi il fallimento negli anni Novanta. Ma, in ogni momento della sua storia, ha sempre potuto contare sulla sua originalità. C’è chi segue le mode e c’è chi le crea.

Come scrive Scott Kelby nel suo “Macintosh, la nuda verità”, edito da Mondadori:

Ci saranno sempre scettici.
Ci saranno sempre increduli.
E ci sarà sempre Apple a dimostrare che si sbagliano.

Pecora stupra pecora

Pecora

Su “city” di venerdì scorso campeggiava in prima pagina il titolone “Italiano stupra e mette incinta ragazzina di tredici anni”.

Non so voi, ma a me sfugge la notizia.

Cosa è più importante? Il fatto che la stuprata avesse 13 anni oppure che lo stupratore fosse italiano? E perché nel titolo non è stato scritto che la ragazza era marocchina? Si scrive solo quando il marocchino è il “cattivone” di turno?

Uno studio Istat di dicembre 2007 mostra che solamente il 10% degli stupri in italia è commesso da stranieri. Considerando che gli stranieri, in tutto, sono il 6.2% della popolazione, non è così scontato tirare somme sbagliate: una differenza così piccola non giustifica lo stupore nello scoprire che anche gli italiani stuprano.

Purtroppo duole constatare per l’ennesima volta quanto in Italia l’informazione sia orientata verso ciò che i politici vogliono propinarci, creando un clima di terrore che poi inevitabilmente sfocia nella vittoria di un partito xenofobo e nell’approvazione di una legge unicum in Europa.

Ora una piccola digressione che mi è venuta in mente ragionando sul problema. Se un pastore sardo stupra una pecora qualsiasi, la cosa di per sé non fa notizia. Ma cosa succede se un personaggio famoso stupra una pecora? Fa più notizia? E cosa dire di un sardo che stupra un animale famoso, come ad esempio Dolly, la prima pecora clonata? Quale dei due avvenimenti fa più notizia?

Laicità dello stato?

Zapatero

[post pubblicato anche sul blog di Inchiostro]

Il nuovo governo è salito al potere. Gli italiani saranno pure contenti che la democrazia ha vinto, ma l’Europa non sembra essere d’accordo.

Il primo a “lamentarsi” è stato il presidente libico, il quale ha subito espresso dubbi sul Ministro Calderoli. A parte l’opinione personale che ognuno di noi può avere del suddetto esponente della Lega Nord, è indubbia la leggitimità che quest’ultimo ha di diventare Ministro. La faccenda si risolve comunque in fretta. Poche righe, tutto chiarito, non senza un po’ di critiche nei confronti dello straniero che ci viene a insegnare come si governa.

Successivamente è arrivato il momento del governo di Zapatero, con una critica verso gli atti xenofobi, di cui effettivamente c’è da andare poco fieri, verificatisi a Napoli contro i Rom. A quella della Spagna si è aggiunta la voce dell’Unione Europea. Anche in questo caso la risposta è stata diplomatica, ma un po’ fredda: che ognuno si lavi i panni sporchi in casa propria.

Rispetto a un altro leader straniero, invece, c’è stato un comportamento decisamente diverso. Nessun ministro che si indigna e nessun politico che si oppone. Il lettore avrà già capito dal titolo che sto parlando del Papa: quest’ultimo, in un Paese che si definisce laico, altro non è che un capo di stato straniero. E, come tale, non può permettersi di parlare di modifiche alla legge 194 o di mettere il becco nella questione dei Rom.

Proprio riguardo a quest’ultimo argomento, il Cardinal Bagnasco ha recentemente dichiarato: “Occorre neutralizzare gli estremismi, che non possono dettare legge a nessuno e non vanno considerati come la realtà totale di un popolo. E occorre, in positivo, creare condizioni di accoglienza e di dignità per tutti quelli che rispettano le regole della convivenza e si impegnano per una reale integrazione”. Allora, caro Bagnasco, che ne pensi di iniziare a dare il buon esempio? Io propongo un campo nomadi in Piazza S. Pietro. Lì c’è tanto spazio.

Come direbbe Marco Travaglio: “è troppo facile fare i froci col culo degli altri”.

Impara l’arte e mettila su internet

Hermitage

Come è giusto che un motore di ricerca su web trovi del testo a partire dalle parole chiave, è anche giusto che per le immagini si parta da forme e colori. L’Hermitage, il famosissimo museo di San Pietroburgo, ha inserito online tutte le opere che possiede, con un motore di ricerca unico nel suo genere. Il suo nome in codice è QBIC, e permette, attraverso un’interfaccia estremamente intuitiva, di cercare nella sua immensa collezione di dipinti.

Provare per credere: andate sul sito del museo e selezionate la modalità che più vi piace. La prima, “colour search”, troverà i quadri che più risulteranno affini ai colori che avete selezionato, mentre la seconda, layout search, cercherà i colori in un punto preciso dell’opera.

Secondo piano

TG3

Quando ormai non c’è più nulla da fare, è giusto assecondare il destino oppure si deve continuare a combattere fino alla fine? Se fossimo in una nazione normale, di persone con un minimo di amor proprio, la risposta sarebbe indiscussa: si combatte fino alla fine. Tuttavia in Italia gli eroi ormai non vanno più di moda, almeno da un centinaio di anni. Una fuga di cervelli ante litteram che ci ha lasciato una classe politica degna della peggior dittatura.

Durante l’ultimo consiglio di amministrazione della Rai si è deciso infatti di spostare due baluardi di vera informazione, il TG3 e Primo Piano, dalla seconda serata a notte fonda, per sostituirli con un programma di intrattenimento. Una “pacca sulle spalle” che il vecchio governo (i membri del cda non sono ancora stati sostituiti) ha voluto fornire a quello nuovo, per proseguire un lavoro di distruzione del giornalismo d’inchiesta iniziato dall’attuale Presidente del Consiglio con l’editto bulgaro.

In un comunicato sindacale andato in onda ieri sera su Raitre, la redazione intera della testata giornalistica si dissocia dalla decisione. Comunicato che verrà ignorato, a meno che non si metta in opera una campagna di boicottaggio della trasmissione che sostituirà i programmi di approfondimento di Raitre. Da parte mia, non possedendo una televisione, il boicottaggio è già in fieri.

Update 17 maggio 2008: Sembra che la questione si sia ridimensionata. Vedremo come andrà a finire.

Saggezza animale

Gallo

C’è chi li usa come passatempo, chi come compagnia e chi semplicemente li mangia. In un modo o nell’altro, quelli noi chiamiamo “animali” (perché spesso dimentichiamo che lo siamo anche noi) sono indispensabili per la nostra esistenza.

Ok, la pianto di imitare Quark.

Nei giorni scorsi sono tornato a casa e, girando in campagna, ho scoperto un po’ di cose sugli animali, e anche sullo spirito dei contadini.

Un primo quesito che mi sono sempre posto è la differenza tra pollo e gallo. Entrambi sono maschi, e questo lo sapevo, ma quale fosse la differenza rimaneva sostanzialmente un mistero. Quando vado dal macellaio ordino un pollo, non un gallo.

Ebbene, rullo di tamburi: il pollo è l’essenza del gallo e della gallina, prima che la sessualità dell’uno o dell’altro possa venire fuori. Come un bimbo umano insomma, la cui sessualità è definita solo se si va a guardare bene a fondo. Effettivamente nel genere umano spesso la sessualità è più ambigua nell’adulto, ma per fortuna gli animali vedono tutto bianco o nero.
Di solito, tra l’altro, il pollo viene castrato, in modo che cresca di più. Deve diventare un pelandrone, e per questo basterebbe insegnargli come si usa la Playstation.
Se poi lo si lascia crescere oltremodo, il pollo non castrato diventa gallo (e se ne bulla anche un po’), mentre il poveretto privato della sua sessualità diventa quello che in cucina viene definito cappone. Forse per qualcuno queste informazioni saranno note, ma io ammettendo la mia ignoranza in materia rendo pubblica la scoperta.

Un altro esempio simile è quello del toro, che viene chiamato vitellone quando gli cascano le palle (aiutate, oltre che dalla gravità, anche da una lama tagliente).

Questo racconto, che a molti probabilmente ricorda Il vecchio e il bambino di Francesco Guccini, si conclude con una perla lasciatami dal contadino: “Se castrassero tutti quelli che si fanno prete, non si farebbe più prete nessuno”. Eh, la saggezza popolare…

V2-day

V2-day

Ieri, come ormai pronosticato da diversi mesi, c’è stato il V2-day. E, come già anticipato su questo blog, io c’ero. Posso presentare come prova addirittura una foto apparsa sul sito de “Il Giornale”.

La giornata era splendida, il caldo quasi insopportabile e la gente tantissima (credo che Grillo abbia decuplicato il numero di persone dell’altra piazza, che festeggiavano la Liberazione). Tra gli ospiti: Er Piotta, Marco Travaglio, Natalino Balasso, professori vari ed eventuali da ogni parte del mondo, rappresentanti di organizzazioni italiane – e non – seguite dal comico genovese.

Per firmare ho fatto quasi un’ora di coda, ma ne valeva la pena (anche perché “Il Giornale” mi ha fatto al foto proprio in quel momento, ih ih). La piazza era gremita da un numero di persone che non so stimare da solo: secondo gli organizzatori erano 120 mila, secondo la Questura 40 mila. Credo che 60/70 mila possa essere un numero adeguato.

Ma passiamo al tema della manifestazione: l’informazione. A tale proposito ho appena letto, sconcertato, come i principali quotidiani nelle loro edizioni online hanno dato la notizia. La maglia nera spetta all’Unità, una delle testate particolarmente prese di mira dallo spettacolo di Grillo.

Segnerò alcuni punti che secondo me sono importanti nella stesura di un articolo e darò un giudizio alle varie testate. Alcuni punti sono i seguenti:

  1. È stato detto che nell’altra piazza c’era molta meno gente.
  2. Sono state date entrambe le stime sulla partecipazione, come peraltro accade usualmente per le manifestazioni.
  3. Viene detto che le firme sono state raccolte in 450 piazze in tutta Italia (e alcune nel mondo).
  4. Vengono confermate/smentite le informazioni che Grillo ha dato durante il suo spettacolo.
  5. La testata ha dedicato più di un articolo all’evento.
  6. L’articolo spiega le motivazioni della raccolta firme.

Repubblica

Leggi l’articolo scritto a caldo il 25 aprile. La testata diretta da Ezio Mauro ha dato molto spazio a immagini e video, senza però soffermarsi sulle motivazioni dell’evento e sulla raccolta delle firme. Gli interventi di Grillo sono stati inseriti tra virgolette senza alcun commento o smentita da parte del giornalista che ha scritto l’articolo. Molto completa e dettagliata l’edizione locale di Torino. Voto: 6,5.

Corriere della Sera

Leggi l’articolo scritto a caldo il 25 aprile. Decisamente più completo del suo “rivale” più accanito. Ha dedicato ampio spazio e vari articoli alla manifestazione, senza però soffermarsi sulle argomentazioni di Grillo. Voto: 7.

La Stampa

Leggi l’articolo scritto a caldo il 25 aprile. Poco spazio, nonostante il quotidiano abbia sede a 100 metri dalla piazza dove si è svolta la manifestazione. A suo favore gioca il ruolo di new entry tra le testate online “sulla notizia”. Voto: 6.

Il Giornale

Leggi l’articolo scritto a caldo il 25 aprile. Paradossalmente, il quotidiano di casa Berlusconi (duramente criticato da Grillo) ha dato pochi giudizi di merito sull’evento e ha dedicato un articolo di ampio respiro con spiegazioni, anche se prese a prestito dalle parole del comico, sui tre referendum. Voto: 7,5.

L’Unità

Leggi l’articolo scritto a caldo il 25 aprile. Il quotidiano del centro sinistra si è rivelato peggio di quanto mi sarei aspettato, titolando addirittura “Grillo straparla” l’articolo dedicato alla manifestazione. Certo è che il comico genovese ha citato più volte L’Unità, in particolare per la questione dei finanziamenti statali all’editoria, ma la verità fa male. Nell’articolo: pochi dati, poche spiegazioni, frasi forti contro Grillo. Nonostante l’intervento molto interessante di Marco Travaglio all’evento, il giornale per cui quest’ultimo regolarmente scrive non sembra avere apprezzato. Voto: 4.

Goodbye, Navigator!

Netscape

Proprio nei giorni in cui Firefox festeggia i 500 milioni di download, in sordina se ne va il glorioso Netscape Navigator.

Per chi fosse poco informato, Netscape Navigator è stato uno dei primi programmi per navigare in internet, sicuramente il primo di successo. Nato nel 1994, nei suoi primi anni di vita è stato l’indiscusso dominatore della categoria. Internet Explorer, il suo grande rivale nato nel 1993 per mano di Microsoft, in un primo momento venne preso in considerazione troppo seriamente, finché l’azienda sviluppatrice non decise di regalarlo insieme con Windows 98, decretando di fatto la condanna a morte di Netscape Navigator.

Nel 1998, Netscape decise di abbandonare il progetto e rilasciare il codice sorgente del Navigator. Nacque così Mozilla Foundation, gruppo di programmatori open-source che si rimboccò le maniche e negli anni successivi si diede allo sviluppo di Mozilla Navigator (che ora si chiama Seamonkey) e, successivamente, di Firefox.

Nel frattempo Netscape Corporation veniva acquistata da AOL, la quale rimise in gioco l’immagine di Netscape trasformandolo in un portale, supportando comunque Navigator fino alla versione 9, uscita nell’ottobre 2007. Dopo questo ultimo tentativo di rilancio, non riuscito, AOL decise di interrompere il supporto a Navigator, con il I marzo 2008: oggi.

Un pezzo di storia dell’informatica se ne va, con la stessa velocità tipica dell’informatica stessa, figlia del progresso. Tuttavia l’anima di Navigator continuerà comunque a vivere in Firefox e in tutti i browser, come Flock, che si basano sul codice di Mozilla.

Informazione deviata

Mano che usa il computer

Ci sono modi e modi per dare un’informazione. Si può descrivere oggettivamente la notizia, citando il fatto senza dire la propria; si può essere palesemente di parte, ed esprimere un opinione a riguardo; oppure, subdolamente, si può scegliere di “giocare” con le parole e far credere di appartenere alla prima categoria, mentre in realtà si appartiene alla seconda.

Prima di tutto, prendiamo una parola a caso, ad esempio “pedofilo”. Ne abbiamo due definizioni, una “vera” presa dal vocabolario e una presa dall’immaginario collettivo.

Pedofilo: colui che pratica la pedofilia, devianza sessuale caratterizzata da attrazione erotica verso i bambini, spesso associata a feticismo e sadismo. De Mauro, dizionario della lingua italiana.

Pedofilo: colui che abusa di un minorenne.

Detto questo, passiamo ai fatti. Un articolo di Repubblica di oggi recita:

Prof pedofilo ritorna ad insegnare
Fioroni: “Tuteliamo gli studenti”

e l’occhiello

Aosta, condannato in primo grado, sospeso 6 mesi, reintegrato in cattedra
Scandalizzato il ministro all’Istruzione: “Reinserirlo in funzioni diverse”.

Da queste poche righe potremmo dire che la giustizia in Italia non funziona, che al governo non si occupano dei problemi del mondo, più una serie di altri luoghi comuni. E purtroppo il 90% delle persone si farà quest’idea della cosa perché

  1. associa alla parola “pedofilo” la seconda definizione
  2. non legge l’articolo, reputando il titolo e l’occhiello riassunti sufficienti alla sua comprensione

Scorrendo l’articolo, invece, si scopre la vera condanna del malcapitato. Citando l’articolo:

Il docente fu accusato dalla polizia di Bari di scambiare foto pedopornografiche e di chattare con altri pedofili utilizzando proprio il computer della scuola.

In pratica il poveretto si era fatto qualche pippa davanti a delle foto di bambini nudi. Comportamento da condannare, senza dubbio, ma lungi dal trasformarlo in un “mostro” quale il titolo voleva far passare. Potrei anche azzardare qualcosa in più, un giudizio personale: secondo me non avrebbe mai toccato né fatto male a un bambino.

Al di là del fatto in sé, l’episodio, che forse ha causato questa riflessione solamente al sottoscritto, può comunque far riflettere sulla situazione dei giornali in Italia: ormai sono un mezzo di “distrazione” dai veri problemi, fatto dovuto anche in buona parte ai finanziamenti pubblici che ricevono: se la politica paga, cerchiamo di parlarne il meno possibile, in particolare se è necessario parlarne male.

Ve l’immaginate di aprire un quotidiano e vedere, una fianco all’altra, due pagine così composte: in una la pubblicità di una società petrolifera, nell’altra un’inchiesta su quanto la suddetta società petrolifera inquina?

V2-day, 25 aprile, per un’informazione libera.