L’Italia fa parte del G8, della NATO e dell’Unione Europea. Ma non per questo dobbiamo bullarci di vivere bene. Gli scioperi, la povertà e l’aumento inarrestabili dei beni di prima necessità ne sono la prova lampante.
E come non incolpare, in un paese potenzialmente ricco come l’Italia, la classe politica? So che è troppo semplice e rischia di portare a conclusioni affrettate, ma si sa che in tutti i misteri della vita la soluzione corretta è sempre la più semplice.
Viviamo in uno stato nel cui Parlamento compaiono 24 condannati, in cui ai giudici vengono tolti i casi “scottanti” che riguardano i politici, in cui esiste la possibilità che un processo finisca con un assoluzione perché il reato non è più un reato. E il fatto che chi ha approvato la legge sia il condannato stesso non desta neppure qualche sospetto.
Guardiamoci un po’ intorno: siamo sicuri che “sia giusto così”? Porto un esempio. L’uomo della fotografia è un deputato inglese. Qualche giorno fa viene scoperto in un atteggiamento inammissibile in un paese civile: far assumere il figlio in un progetto di ricerca da lui curato. Per questo è stato condannato a risarcire lo stato di 13.000 sterline (circa 20.000 euro), tanto era la cifra che il figlio aveva guadagnato tramite questo progetto.
Andando contro ogni giudizio sul nostro paese, sono pronto a scommettere che in Italia non sarebbe mai successo. Anzi, non sarebbero mai successe.
Che cosa?
- Non sarebbe mai successo che un parlamentare venisse incolpato di tale reato. Se così fosse, il numero di parlamentari condannati in via definitiva sarebbe ben superiore a 24.
- Non sarebbe mai sussistito il fatto in sé: nessun politico si sarebbe scomodato per la modica cifra di 20.000 euro. Rubare sì, ma con stile, altrimenti si rischia di fare pure la figura dello sfigato coi colleghi.
Forse ha ragione Bossi: la distinzione tra nord e sud non può essere ignorata. D’altronde, in Europa, l’Italia è piuttosto bassina…
Benvenuti nel Secondo Mondo. See you later, in the Third One…