Anche in Italia, finalmente, si sta diffondendo il libro elettronico. Ci sono, è vero, alcuni nostalgici che ancora non possono rinunciare al sapore della carta, ma la tendenza dei prossimi anni sarà quella di risparmiare carta a favore del dato digitale.
Tuttavia c’è un grossissimo neo che frena questo sviluppo: il prezzo. Sull’onda delle decisioni del mercato americano, anche quello italiano si è adeguato a tenere molto alto il costo per l’utente finale della versione elettronica di un libro. Con tanto di DRM, ovviamente, vale a dire quelle protezioni anticopia che nel mondo della musica digitale sono stati eliminati perché causavano più problemi che vantaggi.
Eppure l’editoria sta ripercorrendo la stessa strada, nell’illusione che la distribuzione elettronica dei libri, abbattendo l’80% dei costi della controparte cartacea, si trasformi in una gallina dalle uova d’oro e compensi la crisi che di recente ha colpito tutti i settori del commercio.
La musica, però, anche a causa di tutte queste limitazioni, ha visto scendere clamorosamente i guadagni a causa della pirateria: perché pagare per un contenuto digitale con restrizioni quando posso averlo gratis senza limitazioni?
Vediamo un esempio. Sul sito di Feltrinelli, il libro “Cristo con il fucile in spalla”, di Ryszard Kapuscinski, è in vendita al prezzo speciale di 12,75 euro. L’equivalente in formato elettronico si può acquistare per 10,99 euro. In termini di sconto, siamo sotto il 15%. L’editore, però, non deve più sobbarcarsi i costi di stampa, distribuzione e percentuale del libraio: su un libro da 15 euro come quello preso in esame, la casa editrice risparmia circa 12 euro. Il costo (comprensivo del guadagno dell’editore nella versione cartacea) risulta 3 euro. Perché, dunque, non venderlo a 5 euro, ottenendo un guadagno di 2 euro superiore a quello della versione cartacea?
Con l’editoria, poi, un altro fattore molto importante sbilancia la scelta a favore della carta: la durata nel tempo. Un testo stampato, se ben conservato, può durare senza problemi anche centinaia di anni; un supporto digitale, per quanto di buona qualità, raramente raggiungerà mezzo secolo. Per non parlare poi delle restrizioni, dei formati e degli stumenti di lettura, che si susseguono uno dopo l’altro rendendo difficile prevedere cosa ci sarà tra solamente 10 anni. Provate ad aprire un file di Word degli anni Novanta e capirete di quali e quanti problemi bisogna tenere conto.
Si tratta solamente di aspettare che il tempo giochi la sua parte, la comunità degli utenti si organizzerà e la pirateria in ambito editoriale diventerà forte e prolifica come quella della musica. A meno che gli editori non facciano meglio i loro conti.