Per questo post volevo cercare un titolo divertente, ma sono talmente schifato dalla politica italiana che qualunque tipo di divertimento sarebbe stato fuori luogo. Riporto di seguito una lettera che ho inviato a Gabriella Carlucci, deputato del Popolo delle Libertà nel Parlamento Italiano.
On. Gabriella Carlucci,
sono un programmatore informatico di 25 anni e Le scrivo per esprimere il mio sdegno nei confronti di alcuni Suoi articoli pubblicati sul blog http://www.gabriellacarlucci.it. In particolare mi riferisco al post del 19 dicembre 2008, in cui sostiene che scaricare film e musica da internet sia più costoso che acquistarli. Non solo la Sua tesi è palesemente falsa, ma a mio parere il ragionamento per giungere alla conclusione è totalmente privo di fondamento. Secondo la Sua ricostruzione, chi scarica musica e film da internet utilizza il pc, la connessione internet e la corrente elettrica per fare solamente quello. Inoltre, secondo il Suo ragionamento comprare legittimamente musica da internet utilizzando iTunes sarebbe anti economico: oltre a spendere le esorbitanti cifre che Lei snocciola nel suo articolo, bisogna aggiungere la spesa per l’acquisto del brano. Da cui si deduce che conviene scaricarlo illegalmente. Incredibile come si possa giocare con i numeri, no? Sempre secondo il Suo ragionamento, bisognerebbe poi aggiungere a favore del noleggio il costo dell’attrezzatura. Per scaricare da internet ho bisogno di pc, connessione, ecc. e per vedere il DVD noleggiato no? Ho sicuramente bisogno di un televisore (800 euro), un lettore DVD (100 euro) e magari un buon impianto stereo (1000 euro).
Certo, di molte di queste cose si può fare a meno, ma è possibile privarsi anche di un pc da 1000 euro, visto che per scaricare musica e film da internet è sufficiente un vecchio scatolotto di qualche anno fa con un hard disk capiente, il tutto reperibile senza problemi a meno di 200 euro.
Trovare scappatoie inutili per convincere la popolazione non porterà alcun risultato: un conto è la legge, l’altro è trovare scappatoie per evitare di applicarla. L’unico modo per rimettere in piedi un mercato florido della discografia è abbassare drasticamente i prezzi di musica e film. In questo secondo caso, ad esempio, il divario tra prezzo e valore è enorme. Mi spiego meglio. Vado spesso al cinema, amo andare al cinema, spendo i miei 7 euro per andare al cinema. Questo perché il cinema offre vantaggi e spettacolarità che il film scaricato (o noleggiato, certo!) non offrirà mai. Infatti il mercato del cinema è stato intaccato solo marginalmente dal fenomeno della pirateria. Inoltre, secondo quanto leggo regolarmente sui giornali, una volta che il film esce dalle sale cinematografiche per dirigersi al mercato domestico, ha già incassato più di quanto sia stato speso per produrlo. Perché quindi vendere un DVD del costo di 15 centesimi a prezzi esorbitanti come 20 euro? Si capisce bene che la sproporzione è notevole.
Un ragionamento analogo può essere fatto per il mercato della musica. Esce un disco, l’autore prepara il tour, le radio ci bombardano della nuova hit. Se si sommano gli incassi per i diritti e quelli dei concerti, si copre abbondantemente il costo di produzione del CD, che quindi può essere venduto a prezzi infinitamente inferiori a quelli attuali.
La soluzione non è far soldi sul supporto fine a se stesso: quell’epoca è finita. L’incasso lo farà il valore aggiunto: la proiezione al cinema, il gadget, i diritti di riproduzione in radio e in televisione, i concerti live. Tutto il resto è una guerra persa, e sono convinto il tempo mi darà ragione.
Saluti
Alessio Palmero Aprosio