Bookcastring

Diavoletto
Che giornata! Nonostante il caldo più sopportabile che negli scorsi giorni, Pavia riesce sempre a stupire. Questa mattina si doveva andare alla libreria Parnaso a prendere dei libri usati da utilizzare a settembre per il Bookcrossing in occasione del Festival dei Saperi. Ore di coda per arrivarci, per poi scoprire che la libreria era chiusa! Lunedì mattina a Pavia è tutto chiuso. Tutto! E allora come si spiegano le ore di coda? Possibile che tutti andassero da qualche parte nonostante non ci fosse alcun luogo dove andare?

Va be’, il peggio deve comunque ancora venire. Stasera mi aspetta una serata di registrazione libri (ne abbiamo presi più di mille nell’ultimo viaggio alla Parnaso), con la dolce compagnia di Francesca e Alice, due preziose collaboratrici di Inchiostro; in particolare perché sono entrambe a Pavia in questo periodo di morte sociale…

Domani e dopodomani mi aspettano le mie ultime giornate di lavoro ad Alessandria. E poi… vacanza!

Domus Aurea

Casa dolce casa! Ieri pomeriggio ho finalmente firmato per l’acquisto della mia nuova casetta. Inutile dire che ero emozionatissimo nel momento clou in cui ho scritto il mio nome sull’atto e mi sono state consegnate le chiavi. Che angoscia, tenere tutti quei soldini in camera mia per ben 24 ore (ora lo posso dire, tanto non ci sono più).

Davide e Golia

Harry Potter

Harry Potter non è morto. Su internet girano immagini (vedere qui sopra) per annunciare in anteprima e inconfutabilmente quella che poteva essere la più grande catastrofe del secolo, anzi del millennio (ed è iniziato solo da sette anni)! Fortunatamente un attento dipendente della nota casa editrice inglese Bloomsbury ha annunciato, addirittura in anticipo, la salvificante notizia. Amen.
Una cosa simile era capitata qualche giorno fa a un povero ragazzo che era riuscito a trovare su internet le prime quattro puntate della nuova serie di 24, telefilm che consiglio a tutti, qualche settimana prima della messa in onda. La Fox sostiene che questa bischerata le sia costata 4 milioni di dollari. A parte che non riesco nemmeno a immaginarmi tutti quei soldi in una volta sola, ma mi sembra che stiamo rasentando il ridicolo. Sicuramente il malcapitato ha sbagliato (e altrettanto sicuramente ne era consapevole), ma pare eccessivo stimare una perdita economica così ingente. Ora il giovane “hacker” rischia tre anni di carcere: una vita rovinata per una burla, in cui nessuno si è fatto male e, oggettivamente parlando, nessuno ci ha rimesso nulla.

Con questo non sto appoggiando l’azione del giovane, ma bisognerebbe ogni tanto valutare come una pena di un certo tipo possa non essere bilanciata rispetto alle altre pene e rispetto all’effetto che l’azione ha causato. Spesso si parla di decine di migliaia di euro per presunte diffamazioni di cui dopo pochi giorni non si parla nemmeno più. E decine di migliaia di euro possono rovinare una persona. Il solito Davide contro Golia, insomma, in cui però a vincere è proprio quello più grosso. Benvenuti nella vita vera.

Il cerchio della vita

Cerchio della vita
Immagine by Nicolaas Maritz

Come ogni anno, in questo periodo la gente si laurea oppure finisce gli esami. Risultato: il Collegio si svuota lentamente, e per me sarà l’ultima volta. Un cerchio che si chiude.

Oggi, in particolare, si sono laureati tre miei compagni di Collegio, unificando i loro aperitivi per via dell’intricato mondo di aspetti che li accomuna. Sono anche andato a rimettere in sesto il server di Inchiostro, che ormai sta tirando le cuoia. E poi dicono che le macchine non provano emozioni: la spossatezza dovuta al caldo supera anche gli strati di silicio di cui è ricoperto il cuore di ogni macchina. Così il povero PC si era assopito in attesa del suo principe azzurro che, oltre a essere sufficientemente incazzato per via del viaggio fino in Piazza del Lino, era anche discretamente sudato reduce da una lunga giornata di lavoro.

Ora è tutto a posto: l’aperitivo è finito, la torta del suddetto anche; il server di Inchiostro prosegue per la sua strada in attesa di un momento di stanchezza per ripetere la pennichella estiva (più o meno settimanale). Domani è il gran giorno di Porte Aperte, l’incontro annuale del Centro Orientamento dell’Università, con le piccole future matricole impaurite per l’inizio della vita universitaria. Un’esperienza indimenticabile, un cerchio che si apre…

From Piazza Battisti with love

Cesare Battisti

Sono di nuovo qui. Per la prima volta nella storia di questo blog, che con la sua manciata di post sta per compiere un anno, scrivo due volte in due giorni. Incredibile.

Di nuovo, come ieri, sono in Piazza Battisti a Trento e nella mia perenne nullafacenza ho fatto un giro su Wikipedia per approfondire la storia del personaggio la cui piazza sto occupando più o meno abusivamente; ho scoperto che la storia ha notizia di due Cesare Battisti: un terrorista e un patriota rivoluzionario. Non è stato facile capire a chi dei due fosse intitolata la piazza. La motivazione che mi ha portato a deciderlo non è derivata tanto dalla professione, quanto dal fatto che il terrorista è ancora vivo, quindi difficilmente gli verrebbe intitolato qualcosa. Per i più puntigliosi, so che è stata intitolata una via ad Andrea Bocelli, ma rimango della convinzione che la piazza sia intitolata al patriota…

Qualcuno si chiederà perché sono proprio qui e non in un altro punto della città. La risposta è semplice: in Piazza Battisti c’è Yogoblu, la yogurteria del mio amico Mattia, che fa delle cosine gustose e prelibate (messaggio promozionale).

Da lunedì a domenica

Da lunedì a domenica

Ieri sera ho preso il treno. Il mio secondo peccato capitale dopo aver pagato per scaricare musica da internet.

Visto che tutti i treni erano in perfetto orario, sono riuscito a fare la tratta Pavia-Trento in quasi sei ore, invece che le tre e mezza previste. Persino la batteria del mio portatile non ce l’ha fatta: un evento! Così, una volta arrivato a Verona per le mie due ore di simpatica attesa (la linea Verona-Trento è servita benissimo, tranne che dalle undici all’una di notte), dopo un’oretta del mitico Telefilm 24, il mio portatile ha deciso di entrare in standby permanente finché non lo avessi attaccato a una presa di corrente. Che pretese, eh? Sindacati delle batterie!

In ogni caso, girando per la stazione ho notato alcune peculiarità solo italiane dei cartelloni degli orari. Innanzi tutto siamo l’unica nazione dove i treni possono non essere in orario già a livello di “palinsesto”. Inoltre il mio in particolare poteva sì essere in ritardo di circa 15 minuti, ma solamente alcuni giorni della settimana: come recita la foto allegata, dal Lunedì alla Domenica. Nel cercare di capire se giovedì (cioè ieri, quando ero a Verona) era compreso in quell’intervallo, mi sono sentito veramente un deficiente. Scrivere “tutti i giorni”, oppure “sempre”, o ancora meglio “i treni sono sempre in ritardo, che cosa credi” mi sembrava più sensato. C’è da dire che alla fine è partito con 5-10 minuti di ritardo, quindi praticamente in anticipo.

Ora sono a Trento, e qui non sembra nemmeno di essere in Italia. Non sto parlando della lingua, visto che a Trento ancora parlano italiano (quella è Bolzano). Mi riferisco al fatto che mi trovo in Piazza Cesare Battisti, in centro alla città, e sto navigando su internet con il servizio wireless gratuito che il Comune ha messo a disposizioni a cittadini e non. Spero che mio figlio (o magari mio nipote) possano vedere una cosa simile anche a Pavia…

Una mela al giorno fa bene se la digerisco in fretta

Fare le battutine sul nome “Apple” con il solito doppio senso della Mela è abbastanza banale, tuttavia il nome indica “esattamente” il frutto in questione, quindi mi ritengo legittimato.

Sono sempre stato un fan dei prodotti Apple, ma mi sembra che, ultimamente, l’azienda si sia un po’ adagiata sugli allori tipici dei casi di quasi-sicurezza-di-non-fallire-nel-prossimo-futuro. Il nuovo sistema operativo, Leopard, soprannominato Vista 2 dai più accaniti sostenitori della Mela, ha subito un ritardo imprevisto, motivato dall’imminente uscita del nuovo cellulare iPhone: a gennaio, mese del suo annuncio, Steve Jobs in persona ci aveva illuso di avere il nuovo gioellino entro primavera 2007, ma sembra che non lo vedremo prima dell’autunno. Brutta storia. Apple è famosa per non avere mai avuto ritardi di questo tipo, anzi di uscire spesso prima del previsto. Ecclatante è stato il passaggio dei processori da IBM a Intel, risultato indolore e durato meno di un anno.

Problemi di surriscaldamento nei MacBook Pro, ritardo di Leopard, presentazione di iPhone a quasi un anno dall’uscita prevista. Volevo cambiare il mio portatile, e stavo aspettando il nuovo sistema operativo. Non ho fretta, quindi aspetterò ancora. E tu, Steve, cosa aspetti? Rivoglio l’affidabilità che ha sempre contraddistinto Apple!

Evviva il Mulo

Ho commesso un peccato mortale. Ho comprato un file musicale su internet.

Non vogliatemene. Ogni tanto è piacevole essere una persona onesta. Mettiamola così: era il mio fioretto per la Quaresima. C’è chi rinuncia alla Nutella e chi alla carne: io ho comprato un WMA su internet. Sì perché a parte il formato di iTunes esiste solo un altro formato in cui si può inserire un qualche tipo di firma digitale: il WMA di Microsoft. E per combattere il monopolio di iTunes (o semplicemente perché iTunes non permette la diffusione del suo formato fuori dallo Store) tutti i negozi usano il WMA.

Vado dunque su iMusic, il negozio di Libero, e compro il tormentone di questi giorni: “La Paranza”, vincitore morale di questo Festival di Sanremo. Compro anche la canzone di Cristicchi. Mentre scarico quest’ultima, però, si interrompe la connessione! La dicitura “Errore 415” mi fa pensare che non dovevo usare un download manager per scaricare i brani. Sta di fatto che il download si è interrotto. Ma per il server di iMusic questo non è accaduto, così il brano risulta scaricato. Argh! Saranno pur 99 centesimi, ma buttati così…

Va be’, mi metto il cuore in pace e scarico l’altra canzone, “La Paranza”. Lo ascolto e ammetto che la qualità è ottima. Scopro poi che posso ascoltare la canzone infinite volte, ma posso masterizzarla solamente 7 volte e trasferirla su apparati esterni solamente 5. Mi basteranno. Collego il palmare e provo a copiarlo. Ovviamente non va, è necessario sincronizzare il palmare con Windows Media Player. Allora vado su “Cerca dispositivi”, ma il mio palmare proprio non ci sta.

Non mi arrendo: ci sarà pur un modo di togliere la protezione, no? Due sono ovvi: registrare direttamente un mp3 mentre ascolto la canzone oppure banalmente incidere su CD la canzone e ripparla successivamente con qualche software dedicato. Cerco su internet una soluzione più “fica” e trovo FairUse4WM, un simpatico programma che ha craccato il sistema di casa Microsoft. Tuttavia non è compatibile con Windows Vista, e la cosa nuovamente non stupisce.

Decido quindi che ho sonno e che è meglio cambiare strategia: se scaricare pezzi legalmente (e pagando) deve essere così complicato, rimane semplicissimo usare il buon vecchio Mulo.

E io sarò sempre lì a tifare per lui!

Una nuova avventura

Dopo aver tentato stage e part time, ora ho finalmente trovato quello che vorrei fare nella vita: nulla!

Ok, scherzavo, però sarebbe bello. Da questa settimana lavoro ufficialmente presso Ferrari Group, un’azienda di spedizioni (come FedEx, per capirci, ma orientata solamente verso il trasporto di preziosi). Per il momento, dato il numero sempre monotono non decrescente di impegni, sono solamente una specie di part-time, tre giorni a settimana, di cui due in azienda e uno a casa.

L’avventura è iniziata: speriamo bene!

Meglio giocare o fumare?

Qualche problema con il gioco? (fronte) Qualche problema con il gioco? (retro)

Ieri sera sono andato al Casino (per essere più chiaro dovrei mettere l’accento sulla “o”, ma l’Accademia della Crusca dice che non ci va, quindi non ce la metto). A Monte Carlo. Volevo andare in quello “figo”, ma dovevo pagare l’ingresso e la mia essenza ligure me lo ha impedito. Non è comunque un problema, visto che ogni albergo ha il suo. Gratis, a parte giocare, ovviamente. Il 90% delle persone erano italiani che, probabilmente non contenti dei servizi offerti dalla vicina sala da gioco sanremese, hanno preferito fare una cospicua donazione di Euro alla landa straniera. Fin qui nulla di speciale, se non fosse che all’interno della sala c’era un discreto dispenser, in un angolino, che regalava un eccezionale depliant sui rischi del gioco!

La prima cosa a cui ho pensato leggendolo è la legge che prevede le scritte minatorie sui pacchetti di sigarette… morire a norma di legge, insomma. Però questo depliant è decisamente molto più bello. All’interno, infatti, sono presenti dei veri e propri consigli psicologici su come capire se si è malati “gravi” e su come imparare a “smettere” al momento giusto. Come dire: giocare va bene, ma non troppo, altrimenti le sale da gioco ci rimettono in immagine!

Per visionare il depliant (almeno la copertina) cliccate sull’immagine in alto.